16 agosto 2009

I pornografi Althea e Larry Flynt: il tema della pornografia nel film di Miloš Forman

Larry Flynt - Oltre lo scandalo (1996) di Miloš Forman è un film che tratta il tema della pornografia. Non si tratta del mondo del porno, della sua contestualizzazione, non si seguono le vicende della produzione pornografica più pruriginosamente esibita. Non è la storia dei film hard né il dramma di modelli o modelle prese nel meccanismo di produzioni sordidamente preorganizzate.

Se la pornografia è la rappresentazione sessuale invisa in una data collettività, qui si tratta di narrare l'inimicizia verso Larry Flynt da parte della collettività, attraverso le sue manifestazioni: politica, giuridica, dissenso privato (i vari movimenti politici d'ispirazione religiosa che vediamo nel film, i magistrati, il sicario che spara a Larry Flynt).

Non a caso il titolo originale del film è The People vs. Larry Flynt, ossia "il Popolo (americano) contro Larry Flynt", secondo un modo di intestare le pratiche processuali in America. Il vero scontro non si svolge essenzialmente nelle aule di giustizia, si svolge piuttosto nelle strade, nei club e nelle abitazioni private, nei luoghi pubblici e nei mezzi di informazione.

Perché un oggetto sia pornografico necessita di questi elementi essenziali da tenere sotto osservazione: occorre sempre che sia una rappresentazione, qualcosa che sta al posto di qualcos'altro, che non è la cosa stessa. Questo è uno dei motivi per cui tanti linguisti, semiologi e studiosi di arte e letteratura si sono interessati a questo tema: ne va di mezzo il loro campo di interesse specifico.

Tale rappresentazione deve contenere l'idea di sessualità, ossia il riconoscimento di un attributo che offre un dato culturale, giacché non si tratta del sesso in quanto elemento biologico ma della sua interpretazione individuale, la quale può essere più o meno condivisa da altre individualità. Il terzo elemento riguarda l'essere inviso, osteggiato, combattuto, negato attraverso vari meccanismi di opposizione esternata. È il sesso in quanto tale che deve essere inviso? No, la sua rappresentazione, la sua cultura, il suo modo di essere raccontato, espresso, rappresentato.

Il quarto elemento è la collettività, il gruppo di persone che la formano, non importa quanto questa sia estesa. Può trattarsi di una nazione o di dieci, oppure di una comunità ristretta di persone (due o tre basterebbe, giacché il meccanismo fondamentale dell'opposizione sarebbe lo stesso). L'importante è individuare quanto questa è circoscritta, di che collettività si tratta. Inoltre, non è necessario che si arrivi a una collettività che si opponga compattamente, nella sua totalità. Non si tratta neppure di una maggioranza della collettività, ma che vi sia all'interno, "nella" e non "dalla" collettività, un'opposizione avvertita immaginativamente da altri membri del gruppo. Ed è questo uno dei motivi per cui tanti sociologi, e non solo antropologi e filosofi, si sono dedicati alla pornografia e alle sue manifestazioni.

Rappresentazione + sessualità + invidia + collettività (parziale o totale) formano la grammatica di qualunque discorso sulla pornografia. Eliminando o sostituendo uno solo degli elementi dell'equazione avremmo altri esiti e altri situazioni. Sessualità + invidia + collettività (parziale o totale) non sarebbe già più pornografia, ma l'opposizione a un modo di vivere e non di manifestare il pensiero. Rappresentazione + invidia + collettività (parziale o totale) riguarderebbe una miriade di sfere della vita dell'uomo che non necessariamente hanno a che fare con la sessualità.

Così la storia di Larry (Woody Harrelson) non poteva che essere quella di un uomo che lotta contro altre posizioni che fanno della sessualità la materia del contendere. Non si tratta del sesso, non ci si spartisce quello nella vita e nel film, si tratta invece dell'idea del sesso, della sua sfera ideologizzata, socializzata, politica. La sessualità come idea e rappresentazione, la sua gestione, la sua precettistica e manualistica, la sua imposizione esterna, il suo ammiccamento erotico, che ne fanno nei millenni un terreno di scontro, di ignoranza e di potere, come ha cercato di raccontare Michel Foucault nei volumi La volontà di sapere, L'uso dei piaceri e La cura di sé, oppure di pretesto politico, come nella poesia "Un parere in merito alla pornografia" di Wisława Szymborska, Premio Nobel per la letteratura, poeta polacca straordinariamente attenta all'influenza della politica su tutte le sfere della vita individuale.

Sotto questo aspetto, Larry Flynt è un personaggio politico, che si muove all'interno di un contesto storico e sociale che lo precede, che egli avverte e nel quale cerca di proporre le sue idee. Le quali, come vediamo nel film, non sembrano essere del tutto condivise. Egli, nel suo ideologizzare la sessualità, incontra consensi (per esempio, la religiosa Ruth Carter Stapleton, sorella del presidente americano Jimmy Carter, interpretata da Donna Hanover) e dissensi (per esempio, il predicatore televisivo Jerry Falwell, interpretato da Richard Paul).

Non è una questione di essere religiosi o meno. Le religioni hanno un loro erotismo, che esibiscono attraverso il loro raccontare la sessualità, farne materia precettistica, magari attraverso gli strumenti di una scienza che ne sa poco a riguardo, che viene screditata in seguito. Non si tratta della funzionalità fisiologica, ma del trarre conclusioni sull'uomo (un aspetto essenziale dell'uomo) senza averne una nozione che prescinda dalle contingenze contestuali, storiche, ideali, che fanno della sessualità rappresentata una costruzione aleatoria per la conoscenza. Larry Flynt, con il suo proporsi politicamente, non fa diversamente da quello che fa il suo antagonista Falwell: entrambi vogliono dire la loro sulla sessualità, raccontarla in una maniera che non si ferma al pensiero privato, ma entra nella sfera pubblica del dibattito già esistente in materia.

Miloš Forman racconta, con la sua regia misurata e un ritmo incalzante ma sempre contenuto, senza orpelli che possano farlo fuorviare dalla storia di un uomo nella sua lotta contro i suoi avversari, come può maturare un conflitto sulla pornografia. Se si vuole la scelta del taglio dato al soggetto dagli sceneggiatori e dal regista è quella dell'intellettualismo razionale, un modo per far riflettere su personaggi di cui non si condividono le idee.

Nell'operazione di difesa del personaggio si costruisce un eroe moderno, attraverso la descrizione dell'infanzia povera, dell'affetto verso i familiari e gli amici, della fedeltà alle proprie idee, anche se possono apparire sbagliate. Mi sembra che il personaggio più rappresentativo della regia che sta dietro la storia è impersonato dal giovane avvocato di Flynt, Alan Isaacman (Edward Norton). Questo personaggio, che non condivide lo scanzonato modo di proporre vignette e fotografie che hanno per oggetto la sessualità, è interessato alla questione dei diritti civili, della libertà, che sarà poi il culmine del film, con la celebre sentenza (non solo cinematograficamente) della Corte Suprema degli Stati Uniti, e che pone un punto decisivo sulla questione di libertà d'espressione e di stampa riguardo al tema della sessualità.

La sceneggiatura, in effetti, era stata inviata dagli autori a Oliver Stone perché la prendesse in considerazione per un suo film, dato che Stone ama affrontare nei suoi film i diritti civili e la democrazia. Ma Stone ritenne di passare lo scritto a Forman, il quale ne rimase entusiasta per la movimentata e composta fluidità del testo e la pertinenza dell'intreccio.

Il film, del 1996, si inserisce nel dibattito avviato con sempre maggiore determinazione da Catherine MacKinnon e Andrea Dworkin, le quali propongono di eliminare la libertà di espressione prevista dalla Costituzione americana (1° Emendamento), e di far passare una legge che prevede, secondo una sorta di decalogo, il divieto di rappresentare la donna in una molteplicità di situazioni. Secondo tale intento, i film di Fellini, di Chaplin, di Totò dovrebbero essere vietati per legge, senza contare La Divina Commedia, i drammi di Shakespeare, la Bibbia. Il loro punto è che il mondo è una pornotopia, ossia un luogo in cui già parlare della donna la rende oggetto sessuale del maschio. Il che, se è pur vero come principio, non propone alcun incontro fra il maschio e la femmina, ma un totalitarismo che ha fatto ritenere, a torto, che l'estremismo fanatico di MacKinnon e Dworkin scaturisse da posizioni di destra, mentre le loro posizioni si fondano su riflessioni marxiste, ossia di sinistra.

In Larry Flynt non si punta l'attenzione su questo contesto, e si evita così il rischio di centrare il discorso sulla pornografia anziché sui diritti d'espressione, né si parla dei danni della pornografia, anche solo per negarli. Forman descrive il meccanismo della lotta fra uomini nella collettività (il 'popolo americano' del titolo) attraverso un uomo che ci piace per la lealtà e ci dispiace per l'esasperazione, ma ci piace ancora per la determinazione e l'amore che manifesta. Larry non utilizza mai il proprio potere economico, che è cospicuo, al fine di vendicarsi dei torti subiti dagli amici. Li perdona, considerandoli parte importante della sua vita, considerando inoltre le debolezze e i difetti degli uomini in genere. Egli è un leader, come dimostra già subito lo spezzone iniziale di Larry bambino che distilla alcool.

Ma per i propri nemici, quelli da cui si vede attaccato per l'esternazione delle sue idee, non dimostra alcuna pietà, ricorrendo a mezzi non violenti, anche se psicologicamente pesanti, come la finta pubblicità del Campari accompagnata dalla storia, del tutto inventata, del rapporto incestuoso del reverendo Falwell con la madre in un gabinetto pubblico. Erano anni che Althea desiderava l'attacco a Falwell, ma questo attacco non viene subito, matura nel tempo, in relazione agli accadimenti che restano fuori della vicenda narrata. Fino alla pubblicità del Campari, Falwell è solo il nome di un personaggio famoso disprezzato da Althea.

Se per Larry la sessualità ha un valore politico, per la moglie Althea (straordinariamente interpretata da Courtney Love) si tratta di divertimento, di libertà, di arte. È il mondo della fantasia che la muove, che le attraversa il corpo come un nervo eccitato, da quando faceva lo strip-tease a quando diventa redattrice di Hustler, il giornale che porta tanta fortuna e tanti danni al protagonista. Althea è un personaggio fondamentale per la rappresentazione della libertà dello spirito artistico, senza ideologia, e per raccontare le conseguenze che un certo modo di fare arte può causare a uno spirito libero. Che questo modo di fare arte non sia l'arte nobile del dipingere o dello scolpire è un modo intelligente per evitare qualunque interferenza delle connotazioni di arte allo spirito artistico.

Altro elemento essenziale in questo senso è l'estrazione disperata di Althea, orfana della famiglia, sterminata dal padre prima di suicidarsi. Le sue T-shirt mostrano la scritta «Chic» e «Love is baby soft» (L'amore è soffice come una bimba), quasi dei graffiti infantili, mentre quelle di Larry riportano «Christ was an anarchist» (Cristo era un anarchico), «I wish I were a black» (Vorrei essere stato un nero), «Fuck this court» (Affanculo questa corte). Mentre Althea vuole pubblicare una vignetta erotica del Mago di Oz, Larry pensa di introdurre nei temi trattati dalla rivista la religione, proponendo accoppiamenti di Adamo ed Eva, oppure di difendere la donna a suo modo, rappresentandola in copertina dentro un tritacarne con la scritta: «Non siamo più disposti a trattare le donne come pezzi di carne.» O, ancora, si procura e fa avere all'emittente televisiva Cbs un video che riprende l'Fbi mentre compie un arresto illegale piazzando droga nelle mani della sua vittima.

Anche in questo caso, il video è una rappresentazione, la rappresentazione della violenza del potere contro cui aveva già puntato il dito anni prima, davanti a una folla, all'aperto, alternando su un maxischermo le immagini di nudi maschili e femminili a immagini di genocidi, violenza accanita contro i manifestanti, gente torturata, il fungo dell'esplosione atomica. Anche qui il regista non ci dice che Woody Allen e altri noti personaggi pubblici avevano sottoscritto la manifestazione dell'Unione per una Stampa Libera.

Per tutto il film si fanno vivere i personaggi nelle vicende dell'America dall'inizio degli anni settanta, con il boom dei sex-shop, degli spogliarelli nei night-club e dei cinema hard (in quegli anni sorge il quartiere a luci rosse di New York, nel bel centro di Manhattan), senza però dirne nulla, mentre del passaggio dalla presidenza di Jimmy Carter al rigorismo reaganiano c'è solo una scena in cui se ne parla esplicitamente, senza accennare, per esempio, che l'amministrazione Reagan istituì un'apposita commissione sui danni recati dalla pornografia, il cui esito (il Rapporto Mitchell) fu quello di non saperne dimostrare la nocività e neppure di riuscire a definirne il campo di ricerca.

La storia si muove all'interno di momenti della politica americana, e l'interesse fondamentale resta quello della libertà d'espressione in uno dei campi d'azione dell'uomo più controversi. Ma tutto deve essere narrato attraverso la vita del protagonista, non come una lente d'ingrandimento su di lui. Non si deve ingigantire l'evento, ma raccontarlo attraverso l'uomo, Larry appunto, passo dopo passo, dramma dopo dramma. L'orgoglio d'essere americano vale per Flynt come per Falwell, vale per Althea come per chiunque altro. La mitizzazione del personaggio risonante, dell'uomo di potere, come Falwell, deve avvenire per gradi, senza che il pubblico venga incantato dalla maestosità del potere. Ogni potente, dice Forman, ha una disponibilità maggiore di risorse, ma nessuna intelligenza eccezionale.

Il regista fa scorrere le scene una dopo l'altra, dalla concitazione alla quiete, dalla tensione al rilassamento, dai luoghi chiusi ai luoghi aperti, dal giorno alla notte, per opposizioni, senza tenere mai a lungo la stessa atmosfera, dando respiro alla vicenda. Il sapore che ne deve scaturire è quello di una quotidianità di persone qualunque che fanno emergere una grande storia d'amore, una delle più belle narrate dalla macchina da presa negli ultimi decenni. È una storia d'amore pulita, fatta di contrasti che sottendono un accordo più grande, un'unione che non si mette mai in crisi, un attaccamento viscerale e un rispetto reciproco che superano qualunque minaccia che dall'esterno potrebbe rovinare il legame. La storia di Althea, lo si vede alla fine del film, è drammatica, certo, ma altamente simbolica. Althea rappresenta la donna vittima della Storia, o la biografia di una donna segnata dalla vita.

Il valore simbolico di Althea è anticipato nella scena 193 del film. Si va da Betty Boop alla televisione (il popolarissimo fumetto e cartone animato americano è il primo che fu censurato negli Stati Uniti) ad Althea fra le braccia di Larry nella vasca da bagno, a formare una Pietà sessualmente ribaltata (lui piangente che tiene lei morta fra le braccia). Fra la prima inquadratura e l'ultima Forman descrive con piccoli indizi la "morte per acqua" e il ruolo della donna nella Storia. Betty Boop, un tempo censurata, è ora ridente al pianoforte e amata anche dai bambini americani. Althea, malata, si siede sulle ginocchia di Larry costretto alla sedia a rotelle e lo chiama «papà». Poi si parla scherzosamente di farsi ibernare e scongelare nel 3000. Poi Althea va nella stanza da bagno.

Quando l'acqua ne fuoriesce e Larry si precipita in bagno c'è il fotogramma (l'inquadratura 18 della scena) della nudità senza orpelli, umana di Althea. L'inquadratura 193.18 rappresenta uno spazio che non ha tempo né luogo: è un ravvicinato che ci mostra quasi l'intera figura della ragazza senza lo spazio circostante, in una vasca da bagno nera che potrebbe essere qualunque altro luogo equoreo (un lago, una piscina, un sarcofago, una cisterna ecc.).

Non ci sono orpelli per una simile morte, né sottovesti, né magliette, né collant, neppure una cavigliera, un braccialetto o un anello, nulla che sia il segno di un'epoca, di una moda, di un look, di un'opinione, di un pensiero, di un'arte. È un'immagine che non palesa alcuno stile d'epoca (qualunque essa sia). Quell'immagine è fuori della cronaca e dentro l'umanità, all'interno della questione nuda e cruda di una bellezza che è diventata vittima purificata, come la rosa bianca (simbolo d'amore eterno) che Larry deporrà sulla sua tomba nella scena successiva. Che sia una vasca da bagno lo sappiamo dalla giustapposizione dell'inquadratura 193.18 alle altre, che sia una donna nuda e senza segni d'artificio umano no, ci basta solo quella. E sulla figura trascorre, come l'eterno flusso di un fiume, il movimento superficiale di una diafana pellicola acqua, che come tale può specchiare qualunque cosa (specchia infatti una lampada del bagno, ma dall'inquadratura in sé non possiamo saperlo, ne notiamo solo il riflesso, come di un sole, di un astro, di una torcia accesa). La vittima d'espiazione delle pene del mondo è lei, e l'iconografia è quella della Pietà.

L'America era, nella pittura del Seicento, una donna fra le acque. Nella letteratura americana la "morte per acqua" è quella delle ragazze perdute, abbandonate, delle vittime di un mondo che ne fa un uso strumentale, schiacciate dagli interessi maschili. Bastano poche inquadrature a Forman per rappresentare tutto questo, per porre la sessualità di nuovo al centro della vicenda. Ogni dettaglio annuncia, senza tronfia retorica, la conclusione del film. I simboli ci sono, ma non sono posti al centro dell'attenzione, perché anzitutto si tratta di raccontare il dramma dei personaggi. Ma è già il preludio della scena finale.

Mentre Falwell proclama in televisione la colpevolezza di chi si prende l'Aids, Larry è fuori di sé. Chiama l'avvocato Isaacman e lo portano in causa davanti alla Corte Suprema. L'unico modo perché Larry sia parte dell'America tutta è di smetterla di attaccare le istituzioni, deve chiudersi la bocca e lasciare fare all'avvocato. Finalmente, in omaggio alla memoria vivida di Althea, se la tappa.

Nella sequenza finale tutta la simbologia emerge di prepotenza. È una scena da brivido, poetica, di una malinconia ebbra di ricordi. Vi sono due sonori: lo "Stabat Mater" di Dvořák e la voce di Althea. Il primo è sul testo di Iacopone da Todi, un misogino; la seconda viene dal televisore: Larry guarda una vecchia videocassetta di lui e Althea che ballano, poi di Althea che balla da sola in un prato e parla a Larry e si spoglia per Larry. Tra antichità e presente, la scena incomincia con l'inquadratura di una Madonna Addolorata in giardino, una statua: è la donna sofferente della cultura del vecchio Cristianesimo. Poi la macchina da presa –che serpeggia indietro e in avanti a cogliere l'esterno e gli interni della villa di Larry– inquadra una piscina vuota e desolata, con fiori e foglie secche nel fondo: è la "morte per acqua" avvenuta da tempo, la piscina abbandonata, in disuso.

Poi la casa ricca e non vissuta presenta un ritratto di Althea: è un dipinto d'alta borghesia americana, di perbenismo, di integrazione e successo sociale. Poi Althea simpaticamente folle come sempre, nel video, che si toglie la maglietta e inizia a volteggiare nuda. «Non diventerò mai vecchia. Tu diventerai vecchio e grasso,» dice ridente, riprendendo una vecchia battuta che si scambiava con Larry nei momenti più difficili della loro vita insieme.

Due mondi a confronto: l'iconografia della donna sacrificata a soffrire e quella della donna libera. Due voci, il bellissimo coro che canta «Stava la Madre addolorata» e Althea che scherza e gioca. In mezzo quel dipinto di perbenismo e ricchezza per le scale della casa. Forman sovrappone il discorso sulla pornografia alla questione che le è più propria: non i film, gli spogliarelli e le riviste ritenute pornografiche, che neppure le commissioni governative di Canada, Usa e Regno Unito sono riuscite a collocare in un terreno sicuro di ricerca sull'uomo, ma l'uso strumentale della sessualità e il coinvolgimento di miliardi di uomini nelle costrizioni di un vergognoso modo di raccontare la vita degli altri, di imporre le regole, di determinare ciò che è buono e ciò che non lo è. Questa scena è interrotta solo dalla sentenza della Corte Suprema, che recita:

La libertà di esprimere le proprie idee non è solo un aspetto della libertà individuale, ma è essenziale per la ricerca della verità e per la vitalità della società tutta. Nel contrastato ambito delle libertà democratiche molte cose ispirate da motivi non del tutto ammirevoli sono protette nondimeno da Primo Emendamento.

Attraverso la storia di Larry Flynt, Forman va a toccare il cuore del rapporto fra collettività e negazione delle idee altrui, ponendo la sessualità al centro di una vicenda storica e umana che di volta viene chiamata pornografia, opera d'arte o documento. Gli elementi fondamentali che costituiscono qualunque approccio al tema della pornografia sono in Larry Flynt. E non riguardano certo il commercio di materiale che, di volta in volta, viene ritenuto osceno. La vittima del perbenismo di questa vicenda di lotta sulla sessualità, racconta Forman, resta comunque una donna.

[ puoi scaricare e leggere il saggio nel formato editoriale originale cliccando su: scarica PDF ]

[pubblicato su Notizie in... Controluce, n. IX/3, marzo 2000, pp. 12-15.]



Bibliografia:

  • Alexander, Scott e Larry Karaszewski, The People vs. Larry Flynt: The Shooting Script, Newmarket Press, New York 1996.
  • Arcand, Bernard, Il giaguaro e il formichiere. La pornografia dal mondo primitivo alle società contmporanee: il punto di vista di un antropologo, Garzanti, Milano 1995.
  • Coetzee, J. M., Pornografia e censura, Donzelli, Roma 1987.
  • Dworkin, Andrea e Catharine MacKinnon, Pornography and Civil Rights: A New Day for Women's Equality, Organizing Against Pornography, s.l. 1988.
  • Foucault, Michel, Storia della sessualità 1. La volontà di sapere, Milano, Feltrinelli, 1978.
  • --, Storia della sessualità 2. L'uso dei piaceri, Feltrinelli, Milano 1984.
  • --, Storia della sessualità 3. La cura di sé, Feltrinelli, Milano 1985.
  • Hamill, Pete, "Woman on the Verge of a Legal Breakdown", Playboy Magazine, January 1993, Vol. 40, No. 3, pp. 138-140 e 184-189.
  • MacKinnon, Catharine, Feminism Unmodified, Harvard UP, Cambridge 1987.
  • U. S. Supreme Court, Hustler Magazine v. Falwell, 485 U. S. 46 (1988), No. 86-1278, Washington DC 24 February 1988.



Nessun commento: